Allarme crollo dei mercati: la RBS ha ragione?

Flavia Provenzani

14/01/2016

14/01/2016 - 09:16

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Gli economisti della Royal Bank of Scotland (RBS) affermano che l’economia mondiale è vicina al crollo. Ecco cosa ne pensano gli esperti.

Allarme crollo dei mercati: la RBS ha ragione?

La Royal Bank of Scotland ha lanciato l’allarme: il 2016 sarà un “anno catastrofico” a causa del rallentamento della Cina ed è bene vendere tutti i titoli in portafoglio e rifugiarsi nei bond di alta qualità.

La previsione shock ha dato adito a numerosi commenti: c’è chi ritiene sia un allarme ingiustificato per manipolare il mercato, altri invece condividono da tempo questa analisi. Ma la domanda è: un crollo dei mercati, come previsto dalla RBS, è veramente possibile?

The Guardian, che per primo ha condiviso l’allarme sul prossimo crollo dei mercati lanciato dalla Royal Bank of Scotland, ha chiesto a 5 economisti di condividere la propria analisi: un crollo dei mercati così forte da consigliare di vendere tutto il prima possibile è veramente in arrivo?

Jonathan Portes, capo ricercatore all’Istituto Nazionale per la Ricerca Economica e Sociale: preoccupato, ma non ancora in preda al panico
"Quello della RBS è un messaggio di panico, che non credo sia giustificato dagli eventi attuali. Sono preoccupato per le prospettive dell’economia globale, ma non ancora in preda al panico.
Certo, gli indicatori economici mostrano che le cose non sono così buone. Ad esempio, un forte rallentamento della Cina non è un bene per gli Stati Uniti o l’Europa, perché mette un freno alla crescita. In questo senso l’impatto è significativo. Tuttavia, non si tratta di un disastro."

Erik Britton, direttore della Fathom Consulting: è solo un rallentamento
"Non diciamo che la Cina non avrà un atterraggio duro. Lo affermiamo dal 2009, certamente dal 2012. E (il Paese) si sta muovendo verso una crescita del PIL del 2% e forse anche inferiore.
Ma la massa, tra cui la RBS, sta sopravvalutando l’impatto della Cina sul resto del mondo. Avrà un effetto trascurabile in termini di crescita nel mondo sviluppato. In termini di inflazione, avrà conseguenze profonde attraverso il crollo dei prezzi delle materie prime e del petrolio. Danneggerà anche le esportazioni di prodotti manifatturieri europei dato che i prodotti cinesi diventeranno ancora più economici e, in ultima analisi, i lavoratori dei settori a diretta competizione con la Cina saranno costretti ad accettare salari più bassi."

Chris Williamson, capo economista di Markit: rischiamo una profezia che si autoavvera
"L’inizio dell’anno è stato caratterizzato da una paura crescente per l’economia globale e un aumento associato del rischio, nonostante in realtà sia cambiato ben poco in termini di dati economici.
Tutte le attuali preoccupazioni, dai timori per il debito della Cina a quelle sui tassi di interesse statunitensi in aumento, il crollo dei prezzi delle materie prime e la politica ultra-accomodante delle banche centrali, sono fattori in corso già dal 2015.
Tuttavia, l’ottimismo secondo cui l’economia globale può resistere a questi venti contrari sta cedendo.
La preoccupazione è che (quella della RBS) diventerà un profezia che si autoavvera in quanto gli investitori si precipiteranno verso le porte di uscita e le imprese e famiglie smetteranno di spendere. Se un crollo del mercato finanziario riuscirà ad avvicinare il mondo verso una nuova recessione, i responsabili politici avranno ben pochi strumenti a disposizione per combatterla."

Ben Brettell, economista senior alla Hargreaves Lansdown: la situazione non mi sembra così brutta
"Se cercate bene troverete sempre qualcuno che dice che i mercati stanno per crollare, ma normalmente si sbaglia. Storicamente i titoli azionari sono stati l’asset class migliore nel lungo periodo - dare retta all’allarme è un errore."

David Blanchflower, economista al Dartmouth College e ex membro della commissione di politica monetaria della Bank of England: vedremo
"Quello della RBS è allarme inquietante, ma non sembra aver spaventato gli investitori. Come spiega Keynes, il consumo e la fiducia sono importanti - li chiama “spiriti animali”. La volatilità è alta ma un grande crollo non sembra essere nell’aria.
L’anno è iniziato male sui mercati azionari di tutto il mondo, con la Cina che sembrava essere in caduta libera. Le cose sembrano essere migliorate ora."

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