Slack: l’app email killer che sta rivoluzionando il modo di lavorare

Laura Botti

14/03/2015

16/12/2022 - 17:39

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Slack è la nuova applicazione che razionalizza la comunicazione nei gruppi di lavoro, unificando vari canali e rendendo l’email superflua.

Slack: l’app email killer che sta rivoluzionando il modo di lavorare

Slack.comSlack è la nuova applicazione per ufficio che consente ad ogni componente di un team, come sostiene la compagnia, di “immaginare tutti i tuoi messaggi in un unico posto, tutto istantaneamente accessibile alla ricerca, dovunque tu sia". 

Si tratta infatti di una piattaforma per la comunicazione interna di gruppi di lavoro che permette di razionalizzare le email, ovvero di suddividerle in base agli argomenti di discussione attraverso l’uso di hashtag, creando così dei canali tematici.

Ciò rende più facile e veloce la comunicazione dei membri di un team in quanto consente una diminuzione della grande quantità di informazioni che quotidianamente intasa le loro caselle di posta elettronica. Non a caso la stampa statunitense ha definito la nuova app “email killer”.

 

Slack inoltre risulta uno strumento particolarmente utile nell’ambiente lavorativo in quanto permette di fare ricerche d’archivio e scambiare messaggi e file audio e video integrandosi alle più comuni app per il lavoro d’ufficio come Dropbox, Google Drive, Hangouts e Twitter.

 

Ne esistono due versioni: una a pagamento (Slack Plus) e una versione base gratuita, accessibile sia su dispositivi mobili iOS e Android sia su desktop, compatibile con sistemi Windows e Mac e scaricabile mediante App Store, Google Play o dal sito Slack.com.

 

Ma quali sono le origini di questa innovativa applicazione? Si può dire che Slack sia nata in maniera inaspettata, o meglio per casualità.

Nel 2011 la startup Tiny Speck stava lavorando allo sviluppo del gioco online Glitch. Il team del progetto, collocato in varie parti del mondo, pensò di creare una applicazione per poter scambiare email e file in maniera più semplice: ecco che Slack vede la luce.

Mentre Glitch non ebbe successo e venne sospeso, ad agosto del 2013 Stewart Butterfield, l’imprenditore canadese cofondatore del sito Flickr, lanciò Slack sul mercato.

 

In poco tempo la nuova piattaforma divenne uno dei principali strumenti di lavoro di note aziende come Sony e Amazon e di magazine online come “BuzzFeed” fino ad arrivare a ottenere nel novembre 2014 un totale di circa 300.000 utenti sparsi in tutto il mondo.

Slack d’altronde ha chiuso lo scorso anno con fondi di investimento pari a 120 milioni di dollari, vantando celebri investitori come Google Ventures e Kleiner Perkins Caufield & Byers, che gli hanno attribuito un valore superiore a un miliardo di dollari.

 

Ma la crescita economica non si è di certo arrestata e nel gennaio 2015 è stata lanciata la versione a pagamento, Slack Plus, che presenta però una controindicazione alquanto pericolosa. Tale versione, consentendo all’amministrazione aziendale di leggere l’archivio dei messaggi scambiati dai dipendenti, non rispetterebbe il loro diritto alla privacy.

Ancora una volta è stato superato il confine tra trasparenza e ingerenza?

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