Opere di Andy Warhol ritrovate in alcuni floppy disk

Carmine Zaccaro

25 Aprile 2014 - 18:36

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Dopo 20 anni sono stati portate alla luce alcune immagini digitali realizzate da Andy Warhol negli anni 80’

Opere di Andy Warhol ritrovate in alcuni floppy disk

Il genio di Warhol nei floppy disk. Era durante la metà degli anni 80’ che Andy Warhol decise di affiancare il suo nome al lancio di quello che all’epoca non si pensava sarebbe diventato un prodotto rivoluzionario, il computer.
L’artista fu convinto a partecipare e collaborare alla promozione dell’Amiga 1000, un prototipo di computer dalla tecnologia avanzata, almeno per l’epoca. Da questo incontro nacque una sperimentazione di Warhol con l’ambito informatico, che oggi ha portato alla luce, dopo 20 anni, alcuni lavori realizzati dall’artista e conservati all’interno di alcuni vecchi e obsoleti dischetti.

La storia del ritrovamento delle “opere digitali” risale ad un video che circola in rete da diverso tempo, il quale ha suscitato l’interesse di molti, tra questi l’artista Cory Arcangel.

Siamo nel 2011 e dopo aver visto il filmato Cory decide di contattare Tina Kukielski (curatrice del Carnegie Museum of Art) e Matt Wrbican (archivista del Warhol Museum), perché a tal punto incuriosito, crede di poter ritrovare e rintracciare nei computer usati da Warhol delle immagini da lui composte in quegli anni di avanguardia informatica. A quanto pare l’intuizione ha avuto successo e il gruppo dei tre, che si sono adoperati nelle ricerche, hanno portato alla luce esperimenti digitali fatti proprio dall’artista della pop art, che si è cimentato negli anni 80’ con il disegno digitale.
Tra le immagini fatte da Warhol anche una versione stilizzata della sua opera forse più famosa, il barattolo di zuppa Campbell’s. Tra le altre opere anche una versione della Venere di Botticelli con tre occhi.

Il 10 maggio al Carnegie Museum di Pittsburgh, città natale dell’artista americano, verrà proiettato il documentario “Trapped: Andy Warhol’s Amiga Experiments”, nel quale verrà spiegato il ritrovamento delle immagini e nel quale verranno spiegate le ragioni che hanno spinto Warhol a sperimentare una forma diverse di composizione artistica, mostrano e svelando il senso di forte avanguardismo di uno dei maggiori artisti del Novecento.

«Warhol non ha mai posto alcun limite al suo praticare l’arte. Queste immagini generate con l’ausilio di un computer fanno emergere il suo spirito di sperimentazione e la propensione ad abbracciare i nuovi media», con queste parole Eric Shiner, direttore del Warhol Museum ha voluto esprimere la forte e decisa volontà dell’artista pop a intraprendere nuove strade e ad imboccare nuove forme artistiche per sperimentare. Dunque grazie alla curiosità di un’artista e all’avanguardia tecnologica ci viene consegnata oggi l’ultima prova di un intellettuale dell’arte che ha rivoluzionato i suoi tempi.

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