Reverse charge: cosa significa e come fatturare

Daniele Sforza

14/01/2013

24/02/2016 - 14:49

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Reverse charge: cosa significa e come fatturare

Reverse charge: cosa significa e come fatturarla? Reverse charge, sostanzialmente, significa «inversione contabile», e si basa prevalentemente sull’applicazione dell’imposta sul valore aggiunto, per il quale il destinatario di una cessione di beni o prestazione di servizi, qualora sia soggetto passivo nel territorio dello Stato, è obbligato ad assolvere l’imposta in sostituzione del cedente o del prestatore.

Vai alla Guida aggiornata al 2016 sulla reverse charge.

Reverse charge: significato e finalità

Lo scopo del reverse charge consiste nell’evitare le frodi IVA: questo meccanismo, infatti, è stato voluto dall’erario per evitare che due soggetti in questione (il destinatario di una cessione di beni o prestazione di servizi e il cedente o prestatore) frodino l’erario, non versando l’IVA o chiedendone il rimborso. L’erario ha così deciso di trasferire i compiti del cedente dei beni o prestatore di servizi al debitore, che è dunque obbligato ad applicare il suddetto meccanismo del reverse charge.

Che significa ciò? Significa, semplicemente, che mentre il cedente o il prestatore emette la fattura senza addebitare l’imposta applicando la norma che include l’applicazione del reverse charge, il destinatario dovrà integrare la fattura ricevuta indicando l’aliquota propria dell’operazione eseguita dal cedente o prestatore, in aggiunta alla relativa imposta e alla registrazione del documento nell’apposito registro delle fatture emesse o dei corrispettivi, e degli acquisti.

Tale meccanismo è maggiormente utilizzata nel settore edilizio, riferendosi prevalentemente ai rapporti tra subappaltatori e appaltatori o tra soli subappaltatori. Il regime del reverse charge, tuttavia, si applica anche per ciò che concerne la cessione di telefonini e computer e nel caso in cui, ad esempio, un proprietario di un sito web riceva soldi da un’azienda (Google) relativamente agli annunci pubblicitari pubblicati sul suo sito (Google AdSense). In quest’ultimo caso, il soggetto interessato dovrà eseguire un’autofattura applicando il regime del reverse charge.

Cosa indicare nella fattura

Per ciò che concerne la fatturazione, è necessario precisare che le fatture senza addebito d’imposta, poiché assoggettabili a IVA dal cessionario o committente, devono recare l’indicazione «reverse charge».

Le fatture emesse nei confronti di soggetti extracomunitari, invece, dovranno avere come indicata la dicitura «operazione non soggetta».

Le fatture emesse dal cessionario o committente dovranno avere indicata la dicitura «autofatturazione».

Riepilogo obblighi

Riepilogando, gli obblighi seguenti che il soggetto è costretto ad adempiere, consistono in:

  • integrazione della fattura con indicazione IVA;
    - *registrazione della fattura nel registro degli acquisti;
  • registrazione della fattura nel registro delle vendite, allo scopo di rendere l’operazione neutra ai fini IVA (ma non ai fini del reddito).

Scadenze

Le scadenze, per quanto riguarda l’integrazione della fattura (nel caso di cliente residente nel territorio comunitario) o l’autofatturazione (nel caso di soggetto extracomunitario), corrispondono al momento di effettuazione dell’operazione.

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