Perché la Cina ha svalutato lo yuan? Conseguenze e obiettivi dell’operazione

Stefania Manservigi

13 Agosto 2015 - 09:52

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Negli ultimi giorni a preoccupare i mercati è stata la svalutazione dello yuan da parte della Cina. La moneta, infatti, è stata svalutata tre volte nell’arco di 72 ore. Ecco le conseguenze e gli obiettivi dell’operazione.

Perché la Cina ha svalutato lo yuan? Conseguenze e obiettivi dell’operazione

La Cina ha svalutato lo yuan, la sua moneta, per tre volte nell’arco di 72 ore.
Negli ultimi giorni è stato proprio il 3,5% di valore perso dalla moneta cinese che ha spaventato le borse internazionali, gli investitori e anche i paesi che rischiano di ritrovarsi molto meno competitivi della Repubblica popolare.
Le borse hanno risentito in maniera negativa dell’operazione, andando a picco dopo la tripla svalutazione.
Ma perché la Cina ha svalutato per tre volte lo yuan? E quali conseguenze potrebbe portare quest’operazione?
Proviamo ad approfondirlo di seguito.

Conseguenze svalutazione yuan: crescita economica
La prima conseguenza derivante dalla svalutazione dello yuan è sicuramente quella di rendere le esportazioni cinesi più competitive, favorendo in questo mondo la crescita economica nazionale.

Conseguenze svalutazione yuan: più tempo per le riforme
La tripla svalutazione dello yuan, oltre ad aver permesso all’economia del paese di rifiatare, ha permesso anche al partito di prendere del tempo per portare avanti le riforme. L’obiettivo è quello di mettere in chiaro che l’economia del paese è destinata ad avere sempre più regole, questo in risposta agli speculatori che nelle ultime settimane hanno fatto traballare i mercati finanziari.

Cina: perché è stato svalutato per tre volte lo yuan?
Analizzate le conseguenze della svalutazione dello yuan all’interno del paese, è possibile affermare che gli obiettivi che la Cina intendeva perseguire mettendo in atto questa operazione erano sostanzialmente due: rilanciare la crescita nazionale favorendo le esportazioni e aiutare la moneta cinese a diventare più reattiva alle oscillazioni dei mercati internazionali.
A questo punto, l’unica cosa che resta da capire, è come mai siano state messe in atto tre svalutazioni nel giro di poche ore.
Dopo aver annunciato il -1,9% a inizio settimana, infatti, nessuno si sarebbe aspettato che si sarebbe arrivati dopo 24 ore al -3,5% e successivamente al -4,6%.
La risposta più probabile può essere riscontrata in un errore di valutazione iniziale; il partito, dopo essersi reso conto che la svalutazione del 1,9% avrebbe avuto conseguenze minime, avrebbe deciso di intervenire nuovamente.

Cina, ipotesi di svalutazione per convincere Fmi a inserire yuan tra valute di riserva?
Negli ultimi giorni ha preso campo un’ulteriore ipotesi circa la tripla svalutazione dello yuan da parte della Cina.
Secondo alcuni economisti, infatti, le motivazioni addotte in precedenza non avrebbero senso in quanto, per avere effetti sulle esportazioni, Pechino avrebbe dovuto svalutare del 20% o del 40%.
L’ipotesi è dunque quella che la Cina stia svalutando per cercare di convincere il Fondo Monetario Internazionale (Fmi) a inserire lo yuan tra le valute utilizzate come riserve. In questo caso la svalutazione sarebbe poi ricompensata da vantaggi economici e strategici di enorme portata.

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