La Camel compra le sigarette elettroniche per intaccare lo strapotere Marlboro

Alessandro Iacopini

11/07/2014

11/07/2014 - 17:01

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L’azienda che controlla lo storico marchio sarebbe pronta alla fusione con la Lorillard, leader nel settore delle sigarette al mentolo e delle sigarette elettroniche.

La Camel compra le sigarette elettroniche per intaccare lo strapotere Marlboro

Una maxi fusione sta per scuotere il mercato del tabacco e delle sigarette.

Secondo quanto riporta Bloomberg, la Reynolds American, produttrice di marchi come Camel e Pall Mall, sarebbe in procinto di chiudere un accordo con Lorillard, leader nel settore delle sigarette al mentolo e delle sigarette elettroniche.

La Reynolds è controllata al 42% da British American Tobacco (Bat), che in Italia vende e produce le sigarette MS, che avrebbe dato il suo ok all’operazione.

L’accordo potrebbe innescare altre operazioni nel settore con la Imperial, un’altra multinazionale che controlla marchi come Drum, Fortuna o Rizla, che ha confermato l’interesse per alcuni asset delle due società.

Secondo le indiscrezioni, inoltre, la Imperial sarebbe pronta a mettere sul piatto 7 miliardi di dollari per rilevare i marchi che le due aziende dovrebbero cedere per non incappare nell’altolà dell’Antitrust americano e dar seguito alla fusione.

Secondo quanto riportato da Bloomberg l’accordo formale è atteso per la prossima settimana e porterebbe alla creazione di un gigante con capitalizzazione di mercato pari a circa 56 miliardi di dollari.

Le vendite combinate delle due aziende raggiungerebbero i 13 miliardi di dollari e il nuovo colosso andrebbe ad intaccare il dominio della Altria Group (nuovo volto della Philip Morris), che con il marchio Marlboro controlla il 16% del mercato mondiale delle sigarette.

Un mercato a doppia faccia
Il mercato del tabacco è gestito dalle cosiddette Big Six: 6 multinazionali che da sole si spartiscono i proventi delle sigarette e che molto spesso sono state accusate di pratiche scorrette, sia nei confronti dei governi ma anche, e soprattutto, nei confronti dei clienti fumatori.

Le sei aziende sono, in ordine di quota di mercato, la Cina National Tobacco Corporation, un monopolio di Stato, Altria Group, Bat, Japan Tobacco International, la Imperial Tobacco e Altadis.

La struttura piramidale delle Big Six, dove le case madri controllano un numero enorme di marchi e aziende locali, permette alle sei multinazionali di gestire indisturbate il mercato delle sigarette e avere, in sostanza, una sorta di monopolio oligarchico sul mondo del tabacco.

Il mercato del tabacco è però, almeno in Occidente, in calo. Lo scorso anno le vendite sono scese del 3,2%: grazie ad anni di campagne ad antifumo, le persone ormai considerano – giustamente - l’atto di fumare come pericoloso e non sano.

E sui Paesi emergenti quindi, dove le leggi sono meno stringenti e su questi temi c’è meno consapevolezza, che le Big Six stanno puntando per guadagnare un consenso perso in occidente decenni fa.

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