Infermità mentale: quando è possibile chiedere l’interdizione

Manuela Margilio

23/09/2014

21/11/2022 - 11:04

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In quali casi si ottiene dal tribunale la sentenza di interdizione di un soggetto affetto da grave menomazione psichica. Chi è legittimato a presentare l’istanza?

Infermità mentale: quando è possibile chiedere l’interdizione

Al fine di tutelare coloro che non siano in grado di provvedere da soli ai propri interessi e qualora non vi siano i presupposti per fare ricorso all’amministratore di sostegno, sarà possibile richiedere un provvedimento di interdizione.

A chi si rivolge il provvedimento di interdizione
L’interdizione è uno strumento previsto dalla legge per soggetti maggiori di età, minori emanciati o minori nell’ultimo anno della minore età, che si trovino in condizione di abituale stato di infermità mentale e privi della capacità di provvedere ai propri interessi. Tali soggetti, che si trovano in una condizione di debolezza dal punto di vista psicofisica e bisognosi di protezione, vengono tutelati mediante la privazione della capacità di compiere atti aventi rilevanza giuridica a suscettibili potenzialmente di ledere i loro interessi.
In termini giuridici la sentenza di interdizione ha l’effetto di privare l’individuo della propria capacità di agire.

Presupposti per richiedere l’interdizione
Affinchè l’istanza di interdizione possa essere presentata è necessario il ricorso dei seguenti requisiti:

  • infermità mentale, intesa come una grave malattia che priva il soggetto della capacità di maifestare con consapevolezza la propria volontà;
  • abitualità dell’infermità mentale ovvero una patologia duratura nel tempo e attuale;
  • incapacità di provvedere ai propri interessi economici e a quelli relativi alla sfera della propria vita pubblica e privata;
  • necessità di una persona appositamente incaricata a rappresentare l’infermo nel compimento di tutti gli atti giuridici (il tutore).

Quando l’interdizioneè pronunciata nei confronti del minorenne nell’ultimo anno della sua minore età (17 anni) produrrà i suoi effetti dal giorno del raggiungimento del diciottesimo anno.

Chi può chiedere il provvedimento di interdizione
L’istanza per richiedere l’interdizione può essere presentata dai seguenti soggetti:

  • lo stesso interdicendo;
  • il coniuge;
  • la persona stabilmente convivente;
  • i parenti entro il quarto grado (padre, figlio, fratelli, nonni, nipoti bisnonno, pronipoti, zii);
  • gli affini entro il secondo grado;
  • il pubblico ministero.

Il procedimento si svolge in due fasi:

  • una cd.preliminare, costituita dall’adozione da parte del presidente del Tribunale dei provvedimenti aventi carattere d’urgenza;
  • una cd. di merito, davanti al giudice istruttore che nomina il tutore

Effetto del provvedimento di interdizione e nomina del tutore
La pronuncia di interdizionepriva il soggetto interdetto della capacità di agire. Questi viene affidato alle cure di un tutore scelto dal giudice in base ad una valutazione in merito all’idoneità della persona a ricoprire l’incarico. Al tutore viene affidato il ruolo di di rappresentare legalmente l’interdetto e di amministrarne il suo patrimonio.
Gli effetti dell’interdizione decorrono dal momento della pubblicazione della sentenza. L’incarico del tutore non può essere di durata superiore a 10 anni salvo si tratti di coniuge, persona convivente, ascendenti e discendenti.

Revoca dell’interdizione
Qualora siano venute meno le condizioni che hanno determinato il provvedimento di interdizione, gli stessi soggetti legittimati a presentare la relativa istanza possono chiedere al giudice la revoca del provvedimento.

L’interdizione legale
A differenz dell’interdizione giudiziale, l’interdizione legale ha funzione sanzionatoria in quanto pena accessoria ad una condanna definitiva all’ergastolo ovvero alla reclusione per un tempo non inferiore a cinque anni. E’ prevista dunque dal condice penale.
La condizione dell’interdetto legale è analoga a quella dell’interdetto giudiziale, ma non è dettata da motivi di protezione dell’individuo.

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