Crolla il dollaro, costo del lavoro ai minimi record. A rischio il rialzo dei tassi Fed?

Flavia Provenzani

1 Agosto 2015 - 08:59

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Stati Uniti: sale ad un minimo record dal 1983 il costo del lavoro, il market mover più osservato della Federal Reserve. Il dollaro crolla; rialzo dei tassi a settembre in pericolo.

Crolla il dollaro, costo del lavoro ai minimi record. A rischio il rialzo dei tassi Fed?

Uno dei market mover più osservati con attenzione dalla Federal Reserve è il costo dell’occupazione; questo, come mostrato sul Calendario Economico, ha registrato oggi un ribasso storico che potrebbe spingere la banca centrale degli Stati Uniti ad aspettare ancora prima di rialzare i tassi di interesse.

I salari e benefit che aziende, governo e istituzioni senza scopo di lucro elargiscono ai loro dipendenti è salito dello 0,2% nel secondo trimestre, un rilzo minimo da recordo, secondo l’indice del costo del lavoro pubblicato dal Dipartimento del Lavoro venerdì.

Il dato è ben al di sotto dell’aumento dello 0,7% registrato nel primo trimestre e della previsione degli analisti per un rialzo dello 0,6%.

Il rallentamento dei costi nel mercato del lavoro arriva dopo che i dati sulla crescita dei salari avevano suggerito un forte ritmo sul trend a rialzo nel campo.

Un rialzo sostenuto dell’indice del costo del lavoro avrebbe segnalato un aumento della spesa da parte dei lavoratori, che a sua volta stimola la crescita e il numero di nuove assunzioni, avendo possibili effetti rialzisti sul’inflazione.

I salari, che rappresentano circa il 70% dei costi del lavoro, sono aumentati dello 0,2% nel secondo trimestre, dopo un aumento dello 0,7% nei primi tre mesi dell’anno. I benefit sono aumentati dello 0.1%, dopo un guadagno dello 0,6% nel primo trimestre.

Nel corso degli ultimi 12 mesi, il costo del lavoro è rallentato al 2,0%, giù da un aumento del 2,6% nel primo trimestre. Si tratta del tasso più basso dal secondo trimestre del 2014.

Questi sviluppi potrebbero sollevare qualche dubbio tra i membri nella commissione decisionale di politica monetaria della Fed circa la forza dell’economia capace o meno di reagire positivamente al rialzo dei tassi di interesse.

I rendimenti dei Treasury a 10 anni hanno registrato un netto calo dopo la pubblicazione dei dati, in quanto gli investitori hanno perso fiducia per un rialzo dei tassi nel mese di settembre.

Il dollaro è sceso notevolmente contro l’euro. I futures sulle azioni sono aumentati.

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"Dati deludenti? Sì. Nonostante un mercato del lavoro meno vasto, e tutte le storie sugli aumenti dei salariali in varie aziende di grandi dimensioni, la crescita dei salari non è in una ripresa significativa",

ha detto Jennifer Lee, economista senior presso la BMO Capital Markets.

La banca centrale degli Stati Uniti vorrebbe vedere i costi del lavoro più vicini al 3% per essere fiduciosa nel rialzare i tassi.

Proprio mercoledì, nel documento pubblicato dopo una due giorni del FOMC, la Fed aveva riferito che non inizierà ad alzare i tassi fino a quando non vi sarà «un ulteriore miglioramento nel mercato del lavoro” e di essere »ragionevolmente fiduciosa" che l’inflazione si sposterà di nuovo verso il target al 2% nel medio termine.

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