Crowdfunding, arriva un nuovo regolamento europeo, cosa c’è da sapere

Niccolò Ellena

19/05/2022

A fine 2022 la nuova regolamentazione europea delle piattaforme di crowdfunding porterà nuove opportunità ma anche rischi

Crowdfunding, arriva un nuovo regolamento europeo, cosa c’è da sapere

La raccolta di capitali attraverso le piattaforme di crowdfunding sta diventando sempre più popolare in Italia: nuovi trend quali non-fungible token (NFT) e criptovalute stanno spingendo un numero sempre maggiore di investitori a scegliere metodi non convenzionali di raccogliere fondi per operare sul mercato.

Questa tendenza in particolare è stata confermata nel 2020, anno in cui l’Italia è stata, secondo la Judge Business School di Cambridge, la prima in Europa e la quarta al mondo per soldi raccolti attraverso crowdfunding.

Con l’entrata in vigore della nuova regolamentazione europea sul crowdfunding, approvata dall’Autorità europea ESMA (European Securities and Markets Authority), che avverrà il 10 novembre 2022, al termine dell’anno di transizione, salvo ulteriori proroghe. Lo scenario che si prefigura promette di portare molti cambiamenti nell’ambiente.

Principali punti di interesse di questo nuovo regolamento sono la limitazione a cinque milioni di euro per le donazioni a piattaforme di crowdfunding e crowdequity, e la protezione degli investitori grazie all’implementazione di politiche ad hoc come quella sul conflitto di interessi.

È necessario in questo caso che le piattaforme italiane di crowdfunding arrivino preparate al momento in cui questa nuova legge entrerà in atto, altrimenti rischiano di essere escluse da un mercato sempre più competitivo.

Dal momento che con la nuova regolamentazione si è andati a cercare di armonizzare il quadro europeo, una volta entrata in vigore, la regolamentazione europea consentirà alle piattaforme di operare in tutti i Paesi dell’Unione Europea, cambiando in maniera sostanziale il mercato in oggetto.

Con grande probabilità questo cambio di regolamentazione avvantaggerà i player che si muoveranno con maggiore anticipo e precisione sul mercato.

L’opinione degli esperti

Del tema ne hanno parlato Alessandro Maria Lerro, fondatore e partner presso Avvocati.net, Fabio Allegreni, partner e project manager di Its Lending e Crowd advisory e Angelo Rindone, chief executive officer di Folkfunding in una tavola rotonda organizzata da Lemonway, istituto di pagamento paneuropeo dedicato a marketplace, piattaforme di finanza alternativa e ad aziende alla ricerca di payment processing, wallet management e pagamenti di terze parti con verifica antiriciclaggio (AML) e dell’utilizzatore (KYC).

Secondo Fabio Allegreni, due sono i punti focali che rendono vantaggiosa questa nuova regolamentazione.

Il primo è attirare gli investitori europei e mostrare loro dei mercati di cui potrebbero non essere a conoscenza.

Il secondo invece è rappresentato dall’autoinvest, ossia un software che consente, inserendo dei parametri scelti dall’utente, di investire al posto nostro.

Questa scelta può essere utile specialmente per investitori medi e grandi che per cause personali non hanno le capacità ma vogliono provare ad avvicinarsi a questo mondo.

Sulla stessa linea si posiziona Alessandro Maria Lerro, il quale ha affermato che quello del crowdfunding è uno dei settori di maggiore interesse e potenzialità.

Per Lerro hi fa molti investimenti online ha capito che una delle chiavi del successo in questo ambito è la frammentazione del proprio portafoglio.

Di contro però, la frammentazione del portafoglio implica un controllo continuo dei progetti sul quale si investe, trasformando l’attività di investimento in un vero e proprio lavoro.

Con i software di autoinvest diventa possibile delegare questo monitoraggio e molte persone dunque potrebbero decidere di avvicinarsi a questo mondo.

Secondo Angelo Rindone, infine, è possibile che nascano nuove realtà da fusioni di piattaforme molto piccole nella speranza di essere maggiormente competitive, così come non è da escludere che alcune aziende di crowdfunding saranno costrette a chiudere a causa della loro insufficiente competitività.

D’altra parte, se questo rappresenta quello che può sembrare un mero rischio, è anche necessario sottolineare che per le realtà che sapranno adattarsi si apriranno opportunità di mercato che potrebbero dimostrarsi estremamente profittevoli.

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