Detrazioni figli a carico, queste persone devono restituirle

Patrizia Del Pidio

27 Aprile 2024 - 11:45

Le detrazioni per i figli a carico spettano al 50% per ogni genitore, ma cosa accade se uno dei due le fruisce al 100% e l’altro al 50%? Chi è tenuto alla restituzione?

Detrazioni figli a carico, queste persone devono restituirle

Le detrazioni per i figli a caricoDetrazioni figli a carico 2024, quali famiglie le possono richiedere? sono state pesantemente modificate dall’entrata in vigore dell’assegno unico e sono rimaste in vigore solo per i figli che hanno raggiunto i 21 anni (per i quali l’assegno unico non spetta più). In via generale queste detrazioni spettano nella misura del 50% per genitore, solo se c’è accordo tra le parti si può optare per far fruire il 100% al genitore con reddito più alto.

Se il problema non sussiste quasi mai per i genitori conviventi e per quelli sposati, per i genitori divorziati, separati e non conviventi può presentarsi un problema che non sempre si mette in conto: che l’altro genitore chieda le detrazioni al 100% senza consultarsi. In questo caso può capitare che l’Agenzia delle Entrate chieda indietro le detrazioni indebitamente fruite. Chi deve restituirle? Vediamo come funziona e come comportarsi in questo caso.

Detrazioni figli a carico, come vanno fruite?

La regola generale vuole che le detrazioni per i figli a carico spettino al 50% per ogni genitore. Mamma e papà, in ogni caso, possono mettersi d’accordo e decidere di farle fruire a chi dei due ha un reddito più alto (per una questione di capienza fiscale), ma in nessun caso è contemplato che a richiederle al 100% sia il genitore con il reddito più basso.

Nel caso che un coniuge sia fiscalmente a carico dell’altro, ovviamente, a quest’ultimo sono attribuite al 100% anche le detrazioni dei figli a carico.

In caso di separazione e divorzio si applicano le regole previste per i genitori coniugati e le detrazioni vanno divise al 50%; nel caso di affidamento esclusivo, invece, le detrazioni in mancanza di accordo spettano solo al genitore affidatario. Se uno dei due genitori non può fruire delle detrazioni (sempre in caso di separazione, divorzio o non convivenza) le detrazioni sono fruite dall’altro genitore, anche se il suo reddito è minore di quello dell’altro genitore.

Detto questo, che ci fornisce un’infarinatura di quelle che sono le regole generali per le detrazioni figli a carico, vediamo cosa accade quando le stesse sono chieste con una percentuale superiore al 100%.

Detrazioni figli con percentuale sbagliata, cosa fare?

Può capitare, in caso di genitori che siano separati, divorziati o non conviventi, che uno dei due chieda le detrazioni per i figli a carico al 100%, senza consultarsi con l’altro. Il risultato, in questo caso, è che uno dei due continuerà a fruire delle detrazioni al 50% (come realmente spetta), mentre l’altro le riceverà al 100%. C’è un’incoerenza in tutto questo perché in caso di controlli fiscali su una delle dichiarazioni dei redditi dei due, restituirà una percentuale di detrazione al 150%.

A chi chiederà indietro le somme l’Agenzia delle Entrate? Non sempre la richiesta viene avanzata al genitore che ha sbagliato richiedendo le detrazioni al 100%. Tutto dipende, infatti, da quale delle due dichiarazioni è oggetto di controlli a campione.

Facciamo un esempio pratico. Genitori divorziati, il papà richiede le detrazioni al 50% e la mamma (senza consultare l’altro genitore) le richiede al 100%. Il controllo a campione pesca la dichiarazione del papà che incrociando i dati evidenzia che le detrazioni hanno una percentuale diversa dal 100%. Siccome oggetto del controllo è la dichiarazione del papà, sarà proprio a lui che saranno chieste indietro le detrazioni, anche se ha fruito di quelle che legalmente gli spettavano.

Come contestare la richiesta dell’Agenzia delle Entrate?

In questo caso la richiesta viene avanzata al genitore che è nel giusto. Cosa deve fare per contestarla? Non sempre il Fisco segnala gli errori a chi li commette e in questo caso a pagare è chiamato il genitore che ha portato in detrazione la percentuale giusta.

Per contestare la richiesta del Fisco è necessario collegarsi a Civis, il servizio che permette di ricevere assistenza sulle comunicazioni di irregolarità, sugli avvisi telematici e le cartelle di pagamento. Bisogna, quindi, comunicare all’Agenzia delle Entrate che si è fruito della giusta percentuale di detrazioni per i figli a carico spettanti e che, invece, l’altro genitore, senza autorizzazione, ha richiesto le stesso con percentuale al 100%. Se si ha una sentenza del giudice che stabilisce la spettanza delle detrazioni al 50% ognuno, è il caso di allegarla.

L’Agenzia delle Entrate potrebbe anche non accettare la spiegazione e richiedere una sorta di autocertificazione con cui l’altro genitore dichiara che le detrazioni gli spettavano al 50% per l’anno di imposta in questione, ma il consiglio che diamo è quello di inserire la dicitura “per l’anno di imposta … e seguenti”. In questo modo, visto che le comunicazioni di irregolarità arrivano sempre a distanza di qualche anno, se l’altro genitore ha commesso lo stesso errore (come è probabile) negli anni successivi, si ha una giustificazione alle detrazioni di cui si è (legittimamente) fruito.

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